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ANTICHI GIGANTI

Le stelle ci appaiono tutte più o meno uguali, quando le guardiamo in una serata limpida, ma questo è perché la loro estrema distanza da noi le fa apparire come puntini.
Da vicino sono estremamente diverse le une dalle altre: si passa infatti dalle nane bianche, stelle piccole come la terra a quelle di medie dimensione che come il nostro sole ha un diametro di più di cento volte quello terrestre.
Ed infine, alle più grosse, le giganti o supergiganti, che arrivano a essere grandi anche 1500 volte la nostra stella. 
La nostra galassia attualmente è popolata da stelle di varia misura, ma anticamente le cose erano molto diverse.
Infatti, la popolazione di stelle nate subito dopo il big bang era composta principalmente da giganti e supergiganti, con una vita media che andava da qualche decina a qualche centinaio di milioni di anni.
Queste stelle, durante la loro vita, produssero molti elementi chimici tramite le reazioni di fusione nucleare assemblando atomi più leggeri per formarne di più pesanti.
Inevitabilmente il loro carburante, l’idrogeno, finì, portandole a esplodere in gigantesche supernove che sparpagliarono questi elementi in giro per tutta la galassia.
Si ipotizza che proprio questi elementi più pesanti, uniti alla minore quantità e concentrazione d’idrogeno rispetto a quei tempi remoti, stia limitando la nascita di nuove stelle così grosse, facilitando invece la formazione di stelle di media e piccola dimensioni, come il nostro Sole.
Incredibile però pensare che, il sistema solare, esista proprio grazie a questa prima popolazione di stelle.Stelle che, esplodendo, portarono alla creazione di nebulose ricche di elementi pesanti che possiamo definirli come i mattoncini primordiali per la creazione di sistemi planetari.

 

Luca Ghirotto,
Società Astronomica G.V. Schiaparelli.