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Il Natale al tempo dei nostri nonni

Anche quest’anno è arrivato il Natale! Il Presepe, l’Albero con mille decorazioni, strade e vetrine piene di luci, le folli corse ai negozi, o meglio ancora su Amazon, per accaparrarsi gli ultimi regali; e perchè no, magari trovando del tempo per una visita a Como, con le sue “luminarie” e il meraviglioso mercatino della Città dei Balocchi.

Un Natale “tipo”, diciamo, per come siamo abituati da diversi anni ormai.

Per farvi i migliori Auguri, a modo nostro, noi di Albiolo Today ci siamo chiesti come doveva essere invece il Natale ai tempi dei nostri nonni, per esempio negli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale.

In nostro aiuto sono arrivate due signore molto cordiali, residenti presso la R.S.A. San Carlo Borromeo di Solbiate Comasco, comunemente nota come Fatebenefratelli.

Lina, nata a Binago nel 1923, e Beatrice, classe 1929, si sono gentilmente rese disponibili per rispondere alle nostre domande sul Natale della loro fanciullezza, in particolare degli anni ’30.

Come ci si preparava al Natale? Come se viveva il mese di Dicembre in attesa delle festività?

“Il mio papà ( inizia Lina ) tutti gli anni ad inizio dicembre andava nel nostro bosco e tagliava un piccolo pino, oppure un altro alberello che fosse adatto, lo portava a casa con i miei fratelli lo si addobbava. Di solito si usavano delle bocce e dei nastrini, tutte cose rigorosamente recuperate in casa”.

Aggiunge Beatrice: “fino agli anni della guerra era insolito che una famiglia facesse il presepe in casa propria, mentre tutti avevano l’albero, al quale spesso venivano appesi anche piccole caramelle, mandarini, noci e altri frutti secchi. Una cosa che mi faceva sentire l’arrivo imminente del Natale era la Novena. Per nove giorni si facevano delle preghiere in chiesa, sempre alle 17.30”.

Il Natale a tavola: cenone della Vigilia, oppure il pranzo del 25? Che cosa prevedeva un tipico menù natalizio?

All’unisono, le nostre intervistate rispondono che, assolutamente, si festeggiava solo il giorno di Natale, mentre la sera del 24 era dedicata esclusivamente ai preparativi e alle funzioni religiose.

“Una pietanza che a casa non poteva mai mancare era il cappone arrosto”, continua Beatrice, “mia mamma portava il cappone dal panettiere che lo cuoceva nel forno a legna”.  Lina aggiunge: “altri piatti tipici erano il salame che veniva mangiato come antipasto insieme a vari sottaceti, come cipolline e cetrioli, messi sott’olio dalle mamme”.

Parliamo dei regali.

Lina: “Sicuramente regali non di lusso. Mi ricordo che mi hanno regalato una piccola stufetta giocattolo, con cui mi divertivo giocando a fare la cuoca”.

Beatrice: “Io invece un anno ho ricevuto in regalo una bambola, che però era piuttosto bruttina” (ride ndr).

Ad ogni modo, Lina e Beatrice sono concordi nel dire che normalmente i bambini non ricevevano grandi regali, ma molto più semplicemente dei dolci, caramelle, cioccolatini e frutta secca.

Che cosa si era soliti fare il giorno della Vigilia?

“Normalmente si passava la giornata a giocare e ad aiutare la mamma con i preparativi per il pranzo del giorno successivo” ricorda Beatrice, mentre Lina interviene per dire che “era anche importante partecipare alle funzioni religiose del pomeriggio”.

Entrambe ci tengono a sottolineare che ai loro tempi, almeno a Binago, i bambini non partecipavano alla messa di mezzanotte, perché troppo piccoli.

Per quale motivo, in particolare, attendevate il Natale? Cosa ricordate con più affetto?

Le nostre intervistate non hanno dubbi:

il Natale era tanto atteso proprio perché dava la possibilità di festeggiare e di uscire dalla routine di tutti i giorni, dando la possibilità di vivere dei bei momenti con la famiglia.

Qualcosa che per certi aspetti, aggiungiamo noi della redazione, si è forse un po’ perso, dando per scontata l’esclusività della festa, con regali e cibo in abbondanza; perdendo forse contatto con l’idea di un Natale più umile e verace, che nella sua essenza dona a tutti noi la semplicità dello stare insieme.

Per questo le storie di Lina e Beatrice sono un tesoro prezioso, delle vere “novelle” di un Natale che non c’è più, ma di cui vale la pena recuperare e conservare gli aspetti più genuini.

Per un Natale vissuto più consapevolmente, nell’affetto dei nostri cari.

Un augurio sincero di un sereno Natale, dalla redazione di Albiolo Today!

Buone feste!