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La luna ghiacciata di Saturno

Encelado è stato scoperto nel 1789 ed è uno dei satelliti naturali più grandi di Saturno.

Le prime osservazioni di Encelado risalgono agli inizi del Novecento, quando venne riportato un aumento della luminosità dell’emisfero sud di Saturno. Questo perché la sua superficie è rivestita di ghiaccio e ciò lo rende il corpo più luminoso del Sistema Solare dopo il Sole. 

La comunità astronomica mandò varie sonde per studiarlo: dalle Voyager 1 e 2 fino alla sonda Cassini, che ha effettuato l’ultimo sorvolo ravvicinato nel 2015.


Voyager 1 ha permesso di identificare la regione degli anelli in cui il satellite ruota, ovvero l’anello E del pianeta, il più largo e uno degli anelli più lontani, quindi fu Voyager 2 la prima sonda ad osservare la superficie di Encelado in dettaglio, scoprendo che la luna è relativamente giovane ed è ancora geologicamente attiva al suo interno.

Invece la sonda Cassini si concentrò principalmente sul criovulcanesimo.

Il satellite presenta un nucleo roccioso circondato da un oceano di acqua liquida, a sua volta ricoperto da una crosta ghiacciata con spessore variabile.

Inoltre la sonda Cassini nel 2005 ha confermato la presenza di geyser di ghiaccio d’acqua, quindi “geyser ghiacciati”, eruttare dall’emisfero sud del satellite, che sono la principale fonte di elementi per l’anello E di Saturno.

Nel 2008 la sonda è passata a soli 50 km dal satellite, all’interno del pennacchio creato dai geyser, rilevando con lo spettrometro di massa, uno strumento capace di identificare la composizione chimica della massa che attraversa, acqua, anidride carbonica e diversi idrocarburi, ovvero composti organici di carbonio e idrogeno.

Questi ultimi sono ciò che ha alimentato le ipotesi che all’interno di questa massa d’acqua ci siano forme di vita.

 


Giulia Liguori
Società Astronomica G.V. Schiaparelli