Curiosità Dall'Italia e Mondo

Un’albiolese in Africa

Buongiorno a tutti,

come procede il vostro inizio settimana?

O meglio, mwaka bwanji ?

Qui tutto prosegue alla grande e, giusto per farvi venire un po’ d’invidia e farvi iniziare la settimana nel modo migliore, vi dirò che qua, oggi, perfino la giornata è meravigliosa.

Il sole splende alto nel cielo e ciò significa che, anche questa mattina, magliettina e sandaletti sono più che sufficienti per andare in ufficio.

Okay, dopo essermi già fatta odiare in partenza, causa “privilegi climatici”, da tutti coloro che non mi conoscono ancora, forse è il caso che mi presenti:

Mi chiamo Roberta, ho 26 anni e sono Albiolese o, perlomeno, continuo a credere di esserlo.

Ho lasciato il paesello circa 2 anni fa, per trasferirmi inizialmente nel vicino Monello, ancora inconsapevole del fatto che, a breve, sarei salita su un aereo in direzione Lusaka.

Esattamente, avete capito bene. Lusaka è ormai la mia casa da ben 7 mesi ed è proprio da qui che vi sto scrivendo in questo preciso momento.

Okay. Nonostante mi trovi dall’altra parte del mondo, riesco comunque ad intravedere quei punti interrogativi che si sono formati sui vostri bei volti. Dove sarà mai Lusaka?

Lusaka è la capitale dello Zambia, uno stato dell’Africa meridionale.

Insomma, da Albiolo a Lusaka. Dall’Italia all’Africa. Starete pensando che sono un po’ matta.

“Che ci farà mai una ragazza lì?”

Prima di rispondere a questa domanda, vorrei fare un passo indietro.

Dopo essermi laureata in economia e amministrazione delle imprese, ho trovato lavoro presso un’azienda multinazionale, dove mi sono occupata di marketing e reportistica per circa 2 anni.

Questa esperienza, oltre ad avermi fatto conoscere delle persone stupende e ad avermi insegnato molto, mi ha permesso di raggiungere la mia indipendenza economica che, senza alcun dubbio, ha giocato un ruolo fondamentale nel farmi prendere la decisione di lasciare tutto per seguire un sogno che, la mia testolina, rimuginava da anni.

Per farla breve, sono riuscita a ottenere un progetto di un anno in Africa, precisamente in Zambia, dove sto attualmente lavorando presso una ONG locale chiamata “Computers for Zambian Schools”.

Come suggerisce il nome stesso, la missione di questa organizzazione è quella di aiutare lo Zambia a ridurre l’attuale divario digitale con l’occidente, avendo un focus particolare sulle scuole.

Infatti, nello specifico, uno degli obbiettivi principali di questa ONG è quello di riuscire a migliorare l’educazione attraverso l’introduzione della tecnologia nelle scuole.

Dedicato ai più scettici

Prima di trarre qualsiasi conclusione è importante che teniate in considerazione che stiamo parlando di una realtà ben diversa dalla nostra. In Africa, l’accesso al materiale didattico non è affatto scontato e, quando una scuola ha la fortuna di avere a disposizione qualche libro, magari grazie ad una donazione, probabilmente questo deve essere condiviso tra 70 bimbi.

Ora, a quale scopo introdurre i computer?

È inutile nascondere che, in questa nuova era, i computer danno alle persone in generale e ai giovani in particolare, la possibilità di plasmare il proprio futuro.

Inoltre, tutti i nostri computer vengono dotati di contenuti educativi. Questi spaziano da semplici libri da leggere come fiabe e favole, a veri e propri libri didattici come manuali di matematica e scienze. Il tutto può essere utilizzato tranquillamente offline.

Con un solo strumento si può quindi avere accesso a tantissimo materiale informativo e didattico, andando quindi ad ovviare alla carenza del materiale educativo.

Se non siete ancora convinti, leggete questa storia

Ero in ufficio quando un insegnante, proveniente da un villaggio piuttosto distante, venne a farci visita.

Essendo un bel chiacchierone, iniziò subito a raccontarmi come funziona la vita in un villaggio lontano dalla capitale. La televisione non c’è, così come non esiste lo smartphone. Non si trovano neppure libri e giornali.

Continuò spiegandomi che, con quei pochi o quasi inesistenti strumenti a disposizione, fa comunque del suo meglio per insegnare qualcosa ai suoi studenti.

Fece poi una breve pausa e, sorridendomi, terminò dicendomi con entusiasmo: «Grazie ai computer, sono finalmente riuscito a fare vedere ai miei ragazzi com’è fatto un treno!».

Sul momento, mi sono trovata spiazzata. In automatico il mio cervello mi suggeriva: «Tutti sanno com’è fatto un treno, anche i bambini».

Ho pensato infatti al mio bel nipotino di 2 anni che, tra l’altro, è un grande appassionato di treni e probabilmente sa già più cose di me a riguardo.

Ho poi “resettato” il cervello.

 

Il mio nipotino ha avuto la possibilità di vedere come sono fatti i treni sui libriccini che, ogni mese, sua nonna prende in biblioteca. Li ha visti poi come viaggiano grazie alla mamma che, quando lo vuole tenere buono, gli concede di guardare qualche video sul suo smartphone. Ha poi provato a montarli e smontarli, grazie a tutti i trenini che ha in giro per casa.

Ora, gli studenti di quest’uomo sono bimbi che, al posto di essere nati in Italia, sono nati in Zambia, tra l’altro in un piccolo villaggio. Le case sono delle piccole capanne con il tetto in paglia e i mezzi di trasporto sono pressappoco inesistenti. Di giochi come quelli a cui sono abituati i nostri bimbi, non se ne trova uno, manco cercando in tutto il villaggio.

Come possono sapere come sia fatto un treno? Nonostante lui glielo possa descrivere, come possono immaginare una cosa che non hanno mai avuto la possibilità di vedere neanche in fotografia?

Probabilmente questi bimbi sanno perfettamente com’è fatto un aratro. Anzi, senza il probabilmente. Mi fa sempre un certo effetto quando, passando da qualche villaggio, vedo questi “marmocchi” che, con il loro frustino in mano, guidano con agilità l’aratro trainato dai buoi verso I campi.

L’aratro lo conoscono bene. Il treno no.

Ed ecco che allora, il computer può essere l’elemento chiave per questi bambini.

Per questi bimbi, il computer può essere una vera e propria finestra sul mondo!

 

– Roberta Bernasconi per Albiolo Today –

 

Lo Zambia è un paese meraviglioso, ma ciò non toglie il fatto che sia ricco di contrasti. Lo Zambia è una terra di fascino immenso ma anche di grandi sfide. Lo Zambia è fonte d’ispirazione ed è la terra dove nasce il blog della Ragazza Arcobaleno, un’albiolese in terra Africana!

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