Albiolo e dintorni Parola di Nutrizionista

Estate, caldo e ritenzione idrica

La ritenzione idrica è un fenomeno caratterizzato dall’accumulo di liquidi nel comparto interstiziale, ovvero lo spazio esistente tra le cellule, con conseguente gonfiore. Si osserva principalmente negli arti inferiori (glutei, ginocchia, caviglie), ma non solo e tende a peggiorare con l’innalzarsi delle temperature.

Le cause possono essere diverse: da quelle patologiche riconducibili, per esempio, a ipertensione arteriosa, cattivo funzionamento della circolazione venosa e linfatica, problematiche epatiche, renali e cardiache, a quelle farmacologiche, legate all’utilizzo di farmaci come cortisonici e antinfiammatori.
A questi fattori si aggiungono poi altre possibili cause: sedentarietà, dieta inappropriata, sovrappeso-obesità, fumo e alcol. Esistono anche condizioni ormonali che incidono sulla ritenzione, per esempio il picco di progesterone durante la fase pre-mestruale.

La ritenzione idrica non deve essere confusa con la cellulite, termine con il quale si intende un processo infiammatorio a carico del tessuto sottocutaneo, che rende la pelle a “buccia d’arancia”.

Per combattere la ritenzione idrica, dobbiamo innanzitutto capirne la causa:
  • se la causa è patologica, dovremo correggere prima (e se possibile) la malattia;
  • se la causa è farmacologica, la problematica si risolverà alla sospensione del farmaco imputato.

In ogni caso, è possibile migliorare la condizione di gonfiore e ritenzione attraverso l’adozione di un corretto stile di vita ed è qui che entra in gioco l’alimentazione.

In primo luogo è necessario intervenire sull’idratazione, bevendo spesso. Si può optare per acqua naturale o frizzante, acque aromatizzate in cui si sono lasciati in infusione diversi frutti e verdura, tisane consumate fresche, acqua con l’aggiunta di qualche goccia di limone.

Anche frutta e verdura ci aiutano ad aumentare l’introito di liquidi, quindi via libera a verdura di stagione come cetrioli e zucchine; frutta con moderazione, optando per anguria, lamponi, pesche, fragole, meloni e susine.

In secondo luogo è bene non eccedere con il sodio (sale), il che non significa eliminarlo del tutto, ma non abusarne, salando poco le pietanze e riducendo il consumo di cibi pronti, confezionati e conservati a favore di cibi freschi e di stagione.

Altro fattore di fondamentale importanza è il controllo dell’insulina, che ha un ruolo nella ritenzione del sodio.

Come possiamo evitare di produrre quantità enormi di insulina?
  • Limitando drasticamente gli zuccheri semplici (caramelle, cioccolato, dolci, yogurt alla frutta, merendine, gelati, quantità enormi di frutta)
  • Controllando il carico glicemico dei pasti: basta associare ai carboidrati (es. pasta, pane), una quota di proteine (es. carne, pesce), una quota di grassi buoni (es. olio di oliva, olive, frutta secca) e una quota di fibra (verdura).

Ecco un piatto di esempio: tortino di pane carasau (carboidrato) con zucchine al forno (fibra), triglie (proteina) e pesto fatto in casa (grasso).

In questo modo si avrà un rilascio graduale di insulina, evitando picchi di secrezione.

Infine, è fondamentale garantire il giusto apporto di vitamine e antiossidanti, importanti sia per la formazione del collagene, sia per la salute dei vasi sanguigni. Per farlo si consiglia di adottare un’alimentazione il più possibile varia ed equilibrata, ricca di verdura e frutta, semi, frutta secca, carne grass fed e pesce pescato.

Un aiuto dall’esterno ce lo danno le calze a compressione graduata.
Al contrario, i tacchi, così amati e sofferti, aggravano la problematica.

 

Chi l’avrebbe mai detto che tra un bel paio di tacchi e le calze contenitive, avremmo scelto le ultime? xD

 

Per curiosità, richieste specifiche o idee per articoli, non esitate a scrivermi!

 

La vostra nutrizionista,

Michela

 

Info:

mail               michela.polmonari@gmail.com

Instagram    michelapolmonari_nutrizionista

Facebook    @NutrizionistaPolmonari

Per fissare appuntamenti, contattatemi al numero 3516150021